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Moria delle api

Moria delle api: è colpa dei neonicotinoidi

Il fenomeno della moria della api fu già oggetto di discussione in questa rubrica nell' articolo "Emergenza contro l'estinzione delle api" pubblicato il 19 gennaio 2008. Negli ulimi mesi telegiornali, trasmissioni televisive e pagine internet tornano a parlare della dimunuzione delle api, ma questa volta l'attenzione è rivolta alle cause che hanno determinato la drastica riduzione delle api registrata negli ultimi anni a livello mondiale.

I dati delle ultime ricerche scientifiche sono indiscutibili. Le analisi sui corpi delle api morte hanno rilevato la presenza di concentrazioni molto elevate di insetticidi. I pesticidi imputati sono composti di nuova generazione conosciuti con il nome generico di neonicotinoidi, impiegati generalmente nella concia delle sementi di mais e altri cereali. Questi, detti anche cloronicotinoidi, sono una classe di insetticidi sintetici che hanno praticamente sostituito dal 1991 le molecole di orgine naturale ed officinale. I principali principi attivi in commercio sono: acetamiprid, imadacloprid, thiacloprid e thiamethoxam. La loro larga diffusione in agricoltura è dovuta alla potente azione di protezione che offrono alle colture contro predatori e parassiti fitofagi e zoofagi. I neonicotinoidi agiscono a livello del sistema nervoso (fissandosi ai recettori nicotinici per l'acitelcolina), bloccando la trasmissione degli impulsi nervosi. Le ricerche sui neonicotinoidi indicano che tali sostanze sono sistemiche, diffondendosi in tutte le parti della pianta, comprese quelle floreali. Studi francesi hanno rilevato la presenza di residui persistenti di imadacloprid, principio attivo del Gaucho della Bayer, nel nettare e nel polline delle piante derivate da sementi trattate. E' facile quindi capire come i contaminanti vengano assorbiti dalle api che visitano i fiori. Le api si intossicano per contatto quando il trattamento è effettuato durante la semina o la bottinatura, quando le operaie bottinatrici raccolgono nettare, acqua o polline contaminato. Le sostenze si trasmettono poi alle larve nutrite dalle operaie e quindi all'intero alveare. Recentemente il prof. Vincenzo Girolami dell'Università di Padova ha reso pubblica un'interessante scoperta sugli effetti della guttazione delle piantine di mais conciato con neonicotinoidi sulle api. La guttazione è un fenomeno molto comune nelle Graminacee (come il mais) e si manifesta con la formazione di goccioline d'acqua sulle foglie.Proprio l'acqua prodotta per guttazione potrebbe spiegare la causa principale della moria: Girolami spiega che "le guttazioni di piante ottenute da semi di mais conciati, se sono bevute dalle api le uccidono entro 2-10 minuti ed entro 20-40 minuti se solo vengono assaggiate per un attimo estraendo la ligula (la lingua a proboscide delle api)" (http://www.laculturadelcibo.it/articolo.php?ID=248). Il video di questo agghiacciante esperimento è visibile a tutti on line (http://www.youtube.com/watch?v=Mfd98qqJZo4).

Ma di fronte a tali evidenze, quali sono i provvedimenti presi dai governi? La Francia è stato il paese più attento e sensibile verso questa problematica. Il governo francese già dal 2002 ha vietato la sospensione cautelativa dell'imidacloprid. Anche in Germania i concianti neonicotinoidi sono proibiti da quest'anno. In Italia, grazie alle pressanti proteste delle associazioni degli apicoltori italiani fra cui UNAAPI, CONAPI e FAI, il Ministero della Salute, sotto l'attenzione del Ministero dell'Agricoltura, il 17 settembre scorso ha emesso un decreto rivolto alla sospensione cautelativa dei neonicotinoidi clothianidin, thiamethoxam, imidacloprid e fipronil, utilizzati nel trattamento di concia delle sementi. Le multinazionali Bayer, Syngenta e Basf avevano impugnato il decreto, ma il TAR ha rigettato il ricorso.

Il decreto ha solo durata annuale e dovrà necessariamente essere succeduto da ulteriori misure legislative. La moria delle api è solo un indizio dell'stinzione di massa in atto nel nostro Pianeta, forse più visibile rispetto agli altri a causa del legame diretto con il mondo economico. Mi aspetto che l'Italia e gli altri paesi del mondo non siano ciechi di fronte alla costante perdita di biodiversità e che "i legislatori" non perdano tempo ancora per l'ennesima volta, bloccati dai conflitti di interessi e dalla lentezza della burocrazia.

A cura di Valeria Marasco

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